Saggi Storici sui Tarocchi di Andrea Vitali

Saggi dei Soci e Saggi Ospiti

I Tarocchi fra misticismo e arte combinatoria

 

di Sergio Graziano Polo

 

La divinazione con i tarocchi e con le carte da gioco in genere è una delle tecniche divinatorie più recenti, ma probabilmente la più diffusa. A questo successo hanno contribuito le suggestive leggende che ne hanno oscurato le vere origini, i poteri magici che, si dice, siano celati nelle arcane figure dei tarocchi, e i misteriosi personaggi che ne hanno fatto la storia. Questo, col passare dei secoli ha fatto si che i tarocchi fossero identificati con un sotto-mondo di truffaldini e pasticcioni, sottraendo cosi la dignità di oggetti di ricerca da conoscere e interpretare.

 

Allo scopo di provare la complessità e la stratificazione di un tiraggio di carte, si cercherà di dimostrare come al suo interno non esista il “caso”, inteso come un evento accidentale e fortuito dettato dal fato, come legge ineluttabile che domina l'universo.

 

Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, le scienze naturali subiscono un profondo e radicale mutamento a seguito del superamento della concezione newtoniana e ad un “ritorno” alla visione bruniano-leibnitziana (1) .

 

Il ritorno a questa visione avviene grazie alla meccanica quantistica, alla teoria della relatività e della fisica del caos. Grazie alle ricerche e studi di alcuni fisici (2) e filosofi della scienza (3), si è innescato un procedimento che ha rivoluzionato il concetto di “realtà”, di un “realismo” che aveva cristallizzato la scienza sino ad allora.

 

La visione meccanicistica della natura, che per secoli ha dominato il mondo della scienza, perde le propria fondamenta, facendo in modo che gli esperimenti in laboratorio non diano più una risposta univoca. La natura, pur rimanendo la stessa, non può essere descritta come in passato, ma nuovi filtri la mostrano in modo diverso. All’interno di questa rivoluzione, nel 1952 Wolfgang Pauli (4) e Carl Gustav Jung, producono un testo intitolato Naturerkläurung und Psyche, in cui attraverso l’analisi di due prospettive differenti, una fisica l’altra psichica, affrontano il fenomeno della acausalità, cioè della possibile assenza di nessi causali nella successione degli eventi.

 

L’analisi dei saggi che compongono l’opera dei due studiosi sono per Jung Synchronizität als ein akausaler Zusammenhange, ovvero La sincronicità come principio di nessi acausali, mentre Pauli pubblicò Der Einfluss archetypischer Vorstellungen auf die Bildung naturwissenschaftlicher Theorien bei Kepler, ovvero L’influenza delle immagini archetipiche sulle teorie scientifiche di Keplero.

 

Nell’opera di Jung è possibile distinguere un aspetto tematico e uno metodologico. Nel primo compare l’interesse verso studi, esperimenti, memorie scientifiche trascurati dall'ambiente accademico, il secondo mostra aperture epistemologici imprescindibili per la storia della psicologia analitica e delle discipline ad essa affini.

 

Nel lavoro di Pauli, contrariamente a come ci si aspetta, abbiamo un metodo d’analisi “olistico”, dove si percepisce la continua lotta tra il pragmatismo e l’idealismo: se da una parte abbiamo numeri, formule ed esperimenti, dall’altro troviamo idee, concetti e  supposizioni.

 

Il lavoro interdisciplinare, nato dalla collaborazione tra i due studiosi, è stato visto spesso con un certo sospetto o in ogni caso come confinato ad un marginale quanto curioso campo di ricerca interdisciplinare.

 

Pochi anni dopo che la meccanica quantistica aveva ricevuto una prima formulazione definitiva, c’era stato un contatto molto rilevante e profondo fra fisica e psicologia. Wolfgang Pauli e Pascual Jordan (5) (poi anche Markus Fierz (6)) avevano avuto uno scambio epistolare (7) e un dialogo diretto con Carl Gustav Jung. Lo scambio epistolare, cominciato nel 1934, ha come tema principale l’indagine sul parallelismo tra fisica e psicologia analitica.

 

Pauli aveva posto l’attenzione tra il concetto d’inconscio collettivo di Jung e l’opera di Jordan intorno ai fenomeni parafisici e parapsicologici. Jordan, a sua volta, aveva letto, il saggio di Jung su Anima e morte (1934), in cui Jung esaminava il mondo dei presentimenti inconsci di tipo telepatico. Negli studi di Pascual Jordan sulla chiaroveggenza nello spazio, Jung trovava la conferma dell’ipotesi della relatività delle nozioni di spazio e tempo, costitutiva della nozione d’inconscio.

 

Le relazioni fra la fisica quantistica e la psicologia analitica quindi vanno al di là della mera identificazione di un nuovo campo di ricerca interdisciplinare. È una “coincidenza significativa” che Pauli e Jordan abbiano inaugurato anche un certo tipo di dialogo con Jung su temi caratterizzanti la sua psicologia analitica, quale la sincronicità.

 

Entrando nello specifico dei due saggi che compongono l’opera, Jung dice:

 

«Il principio filosofico che sta alla base della nostra concezione della regolarità delle leggi di natura è la causalità. Se il rapporto tra causa ed effetto dimostra di avere solo validità statistica è soltanto una verità relativa, in ultima analisi anche il principio causale può essere applicato solo in misura relativa nell’interpretazione di processi naturali, e presuppone quindi l’esistenza di uno o più fattori diversi che sarebbero necessari al fine della spiegazione di tali fenomeni. Ciò significa che il legame tra eventi è in certe circostanze di natura diverso da quello causale, ed esige un diverso principio interpretativo (8)»

 

Tutto questo significa che il legame tra eventi e in certe circostanze di natura diversa da quella causale, ed esige così un diverso principio interpretativo. Le scienze naturali, prendono in considerazione solo eventi regolari (9) e riproducibili, mentre tutti quegli eventi che vengono catalogati come unici, cioè privi di una documentazione valida e di testimoni attendibili, sono privi d’interesse in quanto non riproducibili. Le scienze statistiche considerano questi casi unici come casuali, cioè un’eccezione, un’anomalia della scienza. Il caso o coincidenza, viene definito tale perché la sua causalità non è o non è stata ancora scoperta. 

 

Jung, nella sua ricerca, è fortemente interessato a quest’ultimi che definisce come nessi acausali cioè a tutti quegli eventi che pur rientrando nell’ambito del caso non possono essere catalogati come eventi causali.

 

Detto questo, in che modo possiamo riconoscere nessi acausali di eventi? La risposta è che eventi acausali sono rintracciabili più frequentemente là dove, ad un’accurata analisi, un rapporto casuale sembra impensabile.

 

Nel saggio dello psicanalista svizzero, vengono utilizzati dati ricavati dagli esperimenti di J.B.Rhine il quale  passò alla storia perché, con la sua ricerca scientifica (10) volle dimostrare l’esistenza di capacità Extra Sensoriali (meglio note col termine ESP) nell’essere umano. Rhine non riuscii nel suo intento, ma i dati raccolti nel corso del tempo furono in seguito “riciclati” da Jung.

 

Senza addentrarmi troppo nello specifico, gli esperimenti consistevano nella capacità di identificare delle figure geometriche poste dietro a delle carta simili a quelle per il gioco, da parte del soggetto dell’esperimento. I risultati, in certi casi, furono sorprendenti, tanto da superare ogni probabilità matematica. Rhine pose l’accento sulla partecipazione, in quanto tanto maggiore era la partecipazione dei soggetti, tanto maggiori erano i “centri” azzeccati”; mentre quando l’interesse scemava i risultati diventavano negativi.

 

Ma in che modo queste figure geometriche si presentano alla nella mente del soggetto? Jung ipotizza che nascono dalla «pura immaginazione, da idee spontanee nelle quali si manifesta la struttura dell’ inconscio che le produce (11)» sono in un certo qual modo simili agli archetipi, anche se differenti.

 

Infatti gli archetipi, precisa Jung, hanno una “carica specifica” ovvero «sviluppano effetti numinosi che si manifestano come affetti». L’affetto, o meglio la componete emozionale, provoca l’innalzamento di determinati contenuti mentali e allo stesso tempo, però, elevando un determinato contenuto a livello superiore al normale, sottrae anche, in pari misura, agli altri contenuti della coscienza, tanta energia che essi si oscurano diventando inconsci.

 

«In conseguenza dell’effetto restrittivo esercitato sulla coscienza dall’affetto, si manifesta un calo dell’orientamento cosciente corrispondente alla durata dell’affetto, calo che a sua volta offre all’inconscio un’occasione favorevole per inserirsi nello spazio lasciato vuoto. È quindi un esperienza quasi regolare che nell’affetto erompano e giungano a manifestarsi contenuti inattesi, che di norma sono inibiti o inconsci (12)»

 

I partecipanti alla sperimentazione di Rhine, si sentivano emotivamente coinvolti grazie alla possibilità di assistere a qualcosa di “impossibile”: chi partecipa ad un esperimento vive in prima persona qualcosa che ancora non è stato provato. 

 

Allo stesso modo Jung ci parla di come questa forza “impossibile” fosse fonte di guarigione nei suoi pazienti. A tale caso riporta un esempio:

 

«Un giovane paziente fece un sogno in un momento decisivo della cura. Nel sogno riceveva in dono uno scarabeo d’oro. Mentre mi raccontava questo sogno, io stavo seduto voltando la schiena alla finestra chiusa. D’un tratto udii alle mie spalle un rumore, come se qualcosa bussasse piano alla finestra. Aprii la finestra e presi al volo l’insetto. Era l’analogia più prossima a uno scarabeo d’oro che si possa trovare alle nostre latitudini, ossia uno scarabeide, una Cetonia aurata, il comune coleottero delle rose che evidentemente in quel momento si era sentito spinto a penetrare, contrariamente alle sue abitudini, in una stanza buia (13) »

 

Quindi, riguardo all’esperimento di Rhine, si può avanzare l’ipotesi che, in seguito alla tensione dell’aspettativa, cioè dello stato emotivo del soggetto della sperimentazione, un’immagine già presente, esatta ma inconscia del risultato, rende possibile alla coscienza mostrare un numero di “centri” superiore alla pura probabilità. Il sogno dello scarabeo è una rappresentazione cosciente che produce un’immagine, già presente a livello inconscio, della situazione che si verificò il giorno dopo, ossia del racconto del sogno e della comparsa della Cetonia aurata.

 

In tutti questi casi sembra esistere una conoscenza a priori, non spiegabile con argomenti causali, di una situazione che non poteva essere conosciuta al momento. Il fenomeno della sincronicità risulta essere frutto di due fattori: 1) un’immagine inconscia si presenta direttamente o indirettamente alla coscienza sotto forma di sogno, di idea improvvisa o presentimento; 2) un dato di fatto coincide con il contenuto.

 

Di conseguenza alla base dell’atto sincrono abbiamo la creazione di un’immagine inconscia che in seguito dà vita alla coincidenza.

 

Wolfgang Pauli, nei sui studi aveva teorizzato una brillante teoria della fisica quantistica: questa ipotizzava la totalità non-separabile dell’universo dei fenomeni fisici. Secondo Pauli, il principio della corrispondenza di Niels Bohr, il quale dimostrò che non esiste una netta demarcazione tra la fisica classica e la fisica quantistica, ma piuttosto l'uno sfuma nell'altra (14), estendendo e allargando nuovi ambiti sperimentali prima preclusi da una visione statica della fisica.

 

Pauli interpreta tutto questo come una corrispondenza tra microcosmo quantistico e macrocosmo macrofisico: in questo modo abbiamo una visione della natura che è un tutt’uno in cui parti rimandano l’una all’altra.

 

Questo concetto appare chiaro nella nota 70 del saggio di Jung (15), là dove si parla della correspondentia della filosofia naturale medioevale:

 

«Il professor Pauli gentilmente richiama alla mia attenzione il fatto che Niels Bohr – per definire la generalizzazione che svolge il ruolo di termine medio fra la rappresentazione del discontinuo (corpuscolo) e la rappresentazione del continuo (onda) – usa il termine corrispondenza, che all’inizio (1913-1918) appariva nella formulazione come principio di corrispondenza e poi (1927) come argomento della corrispondenza».

 

Con questa nota Pauli, credeva che le radici storiche della correspondentia medioevale, erano alla base della teoria di Bhor, cioè della percezione di un’armonia nel mondo per la quale tutte le parti di un sistema risuonano l’un l’altra in una cospirazione cosmica.

 

In un saggio del 1949, Il significato filosofico dell’idea di complementarietà, egli aveva già scritto (16):

 

«[…] L’astratta funzione d’onda coinvolta (in generale una grandezza complessa in uno spazio multidimensionale) ha un significato di un simbolo che unisce gli aspetti contraddittori delle rappresentazioni intuitive (anschauliche Vorstellungen). La connessione statica di questa funzione d’onda con le serie di osservazioni su sistemi della stessa natura che sono stati sottoposti allo stesso previo trattamento, è analoga alla connessione, sopra menzionata, fra la probabilità di un rilevamento per un fotone e un campo d’onda classico. Questo nuovo tipo di legge naturale costituisce una sorta di termine medio fra le rappresentazioni in un discontinuo (corpuscolo) e del continuo (onda), e può quindi essere considerato come corrispondenza nel senso di Bohr, che forma una generalizzazione razionale del tipo deterministico classico di una legge di natura».

 

Il principio di complementarietà di Bohr è qui visto come una generalizzazione del principio di corrispondenza, proprio perché il principio di complementarietà (17) regola l’apparire complementare di due differenti (contraddittori) possibili tipi di corrispondenza del microcosmo quantistico con il macrocosmo umano. La legge di natura non è più una legge causale e deterministica, ma una corrispondenza fra tale microcosmo e macrocosmo, e la funzione d’onda è il simbolo di questa nuova, complessa, complementare corrispondenza fra microcosmo microfisico e macrocosmo macrofisico.

 

Sempre Pauli in altro saggio del 1952,  Probabilità e Fisica, viene evidenziato (18):

 

«L’osservazione ora assume il carattere di un atto unico, irrazionale con risultato imprescindibile. Per di più, l’impossibilità di suddividere l’arrangiamento sperimentale, senza alterare essenzialmente il fenomeno, conduce ad un aspetto di interezza-totalità degli eventi fisici […]

 

[…] L’incursione matematica, nella meccanica quantistica, delle possibilità degli eventi naturali è risultata costituire un quadro sufficientemente ampio per abbracciare al suo interno anche l’irrazionale attualità del singolo evento. In quanto comprende gli aspetti razionali e irrazionali di una realtà essenzialmente paradossale, può anche essere designata  come una teoria del divenire.

 

Il fatto che il concetto matematico di probabilità si sia auto-giustificato in questa nuova situazione denotata dal termine complementarietà mi sembra altamente significativo. Appare chiaro che, ad un livello veramente profondo, ad essa corrisponda una realtà nella natura; poiché ha fornito una base logica solida al tipo di legge naturale che generalizza la spiegazione classica deterministica della natura e fornisce l’anello fra continuo (onda) e discontinuo (corpuscolo), e per la quale ho suggerito il nome di corrispondenza statica ».

 

Superando l’idea dell’osservatore distaccato, Pauli aveva riconosciuto il carattere olistico della natura e l‘impossibilità di separare soggetto e oggetto: l’osservazione sperimentale non è più un metodo attendibile per la misurazione dei fenomeni fisici, ma ha il carattere unico, irripetibile e irrazionale che è tipico della soggettiva esperienza umana. I principi di corrispondenza e di complementarietà, sono diventati i nuovi strumenti di misurazione che  esprimono l’interezza-totalità, la non-separabilità della natura.

 

Per Pauli la funzione d’onda è un simbolo che descrive i processi quantici: un simbolo di corrispondenza reale fra il microcosmo e il macrocosmo di cui noi apparteniamo. La non separabilità quantistica (19), come gli esperimenti del tipo Einstein-Podolsky-Rosen hanno mostrato dopo Pauli, indica una connessione a-causale della “realtà quantistica” degli eventi  nel mondo: questa connessione non-causale è la controparte fisica di ciò che Jung chiamava “sincronicità”, concetto sul quale un assenso era stato dato anche da Pauli.

 

Quindi, il principio di sincronicità di Jung indica una coincidenza simultanea di eventi (fisici o psichici). Da questo punto di vista, possiamo ritrovare le radici storiche della fisica quantistica nella teoria antica e medioevale della correspondentia e poi della moderna idea di Leibnitz di un’armonia prestabilita in cui ogni monade è un’immagine dell’intero mondo, o appunto nell’idea dell’armonia del mondo di Keplero o nell’idea di natura di totalità di Fludd (20), come anche nell’alchimia medioevale e risalendo indietro fino nella concezione d’armonia del mondo di Pitagora e dei Pitagorici o ancora del Cristianesimo originario e gnostico.

 

Sincronicità, principio di complementarietà, correspondentia medioevale, sono tutte teorie che hanno in comune l’interazione tra forze, grandezze e manifestazioni dell’animo umano che creano, mantengono e poi dissolvono situazioni, fatti o eventi.

 

L’essere umano, ormai non è più un soggetto distante e distaccato dalla realtà che lo circonda, e ha assunto a pieno titolo il ruolo di demiurgo della sua esistenza che si manifesta in ogni suo interazione col mondo.

 

Il tiraggio con i tarocchi è un atto di creazione inconscia, che si presenta come forma archetipica nella propria coscienza. Quest’effetto numinoso carico di emozioni, si assembla come una moltitudine di atomi e si presenta a noi ponendoci di fronte a conoscenze arcaiche dense di significato. Tito Lucrezio Caro nel De Rerum Natura diceva a proposito della creazione:

 

Fissiamo esordendo il principio che nulla

sorge dal nulla per dono divino

mai. E se la paura stringe i mortali

è perché vedono in terra e nel cielo

accadere fenomeni senza poterne

scoprire le cause; e pensando quindi

che a produrli intervenga una forza divina.

Ma quando ti avrò stabilmente mostrato

che nulla può mai in alcun modo crearsi dal nulla,

allora più chiaro vedremo ciò che s’indaga:

cioè quale sia d’ogni corpo origine

e come senz’orma divina si compian le cose.  (Libro I, 149-157) (21)

 

Gli atomisti (22) ci hanno dimostrato che la creazione non è un atto divino ma un atto umano, inconsapevole nella maggioranza delle volte ma pur sempre umano.

 

Nella funzione d'onda, dove galleggiano tutte le nostre risposte e possibilità, può essere osservato solo attraverso la lente della nostra coscienza, che ci mostra chi siamo e dove stiamo andando.

 

Le carte dei tarocchi che sono state spesso utilizzate e sfruttate a mero titolo di intrattenimento, possono essere considerati dei radar infallibile che ci permettono di innalzare  preventivamente gli scudi limitando cosi i danni. L’atto sincrono guida la nostra mano nella scelta delle carte, indicandoci così il libro che dia una risposta al nostro quesito.

 
Note

1 - Per maggiori informazioni su Gottfried Wilhelm Leibniz vedi: Baricalla Vilma Leibniz e l’universo dei viventi, Edizioni ETS, 1995; per Giordano Bruno vedi: Giovanni Aquilecchia Giordano Bruno,  - Ed. Ist. Encicl. Ital., Roma 1971; Giovanni Aquilecchia, Le opere italiane di Giordano Bruno. Critica testuale e oltre. Bibliopolis, Napoli, 1991; Michele Ciliberto, La ruota del tempo. Interpretazione di Giordano Bruno, Roma, Editori Riuniti, 1986; Michele Ciliberto, Giordano Bruno, Roma-Bari, Laterza, 1990; Michele Ciliberto, Introduzione a Bruno, Roma-Bari, Laterza, 1996; Umbra profunda. Studi su Giordano Bruno, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1999.

2 - Henri Poincaré, Albert Einstein, Alfred North Whitehead.

3  -  Max Weber, Henri Bergson, Georg Simmel e Edmund Husserl.

4 - Fisico teorico austriaco noto per aver enunciato il principio di esclusione della meccanica quantistica. Nel 1945 gli fu conferito il Premio Nobel per la fisica. Fisico austriaco, Wolfgang Pauli studiò all’Università di Monaco dove, appena ventenne, si fece conoscere per un magistrale saggio sulla teoria della relatività. Lavorò con i più grandi fisici del tempo e partecipò alla formulazione della meccanica quantistica, dando importanti contributi. Nel 1924 introdusse la nozione di momento angolare intrinseco, o “spin”, valida per ogni particella e, l’anno successivo, enunciò il principio di esclusione che porta il suo nome, secondo cui in un atomo solo due elettroni di spin opposto possono occupare lo stesso livello energetico. Grazie a questo principio fu possibile descrivere la disposizione degli elettroni sui vari livelli energetici dell’atomo. Nel 1931, ipotizzò l’esistenza di una nuova particella subatomica, senza massa né carica: il neutrino, poi scoperta negli anni Sessanta. Insegnò prima ad Amburgo e poi al Politecnico di Zurigo e all’Istituto di Studi Avanzati di Princeton.Di temperamento inquieto, manifestò costantemente un grande interesse verso gli aspetti filosofici della conoscenza scientifica ed ebbe molti interessi anche in campo umanistico, dedicandosi allo studio della psicoanalisi e stringendo un rapporto di amicizia e collaborazione con lo psicoanalista Carl Gustav Jung. 

5 - Pascual Jordan (Hannover, Germania, 1902 - Amburgo, 1980), fisico teorico e matematico, studiò al Technische Hochskhule di Hannover, frequentando successivamente l'Università di Göttingen. Qui lavorò come matematico aiutando Courant e Hilbert nella stesura della loro opera Metodi matematici per la fisica teorica. Jordan si laureò con Born nel 1924 sulla matematica della meccanica quantistica.. Jordan accettò le idee di Bohr, Born ed Heisenberg, dando contributi di natura prevalentemente matematica alla nuova teoria. Tuttavia le sue ricerche furono importantissime in quanto contribuirono in modo decisivo a fare della meccanica quantistica una teoria rigorosa dalla quale si potevano ricavare previsione esatte, controllabili sperimentalmente.

6 - Markus Eduard Fierz (20 giugno 1912 - 20 giugno 2006) è stato un fisico svizzero, principalmente ricordato per la sua formulazione del teorema spin-statistical, e per i suoi contributi allo sviluppo alla teoria quantistica,la fisica delle particelle , e la meccanica statistica. È stato insignito della Medaglia Max Planck nel 1979 e la medaglia Albert Einstein nel 1989 per il suo lavoro.

7 - Il carteggio Pauli-Jung va dal 1932 al 1958, mentre Jordan fu presentato da Pauli a Jung nel 1934. Carl A. Meier, Il carteggio Pauli-Jung, Roma, Il Minotauro, 1999.

8 - Carl G. Jung,  La Sincronicità, Biblioteca Bollati Boringhieri, Torino 2006, 17.

9 - Vale a dire tutti quegli eventi legati da un rapporto di causa ed effetto.

10 -  J.B. Rhine, Extra Sensory Perception ( Boston Society for Psychic Reaserch, Boston 1934). New Frontier of the Mind (Farrar & Rinehart New York e Toronto 1937). Inoltre un’esposizione generale dei risultati si trova in The Reserch of the Mind (Faber & Faber Londra 1948) e anche nell’opera di G.N.M. Tyrrell The Personality of Man (Harmondsworth e New York 1946).

11 - Carl G. Jung, La Sincronicità, Op. cit, 33.

12 - Carl G. Jung, La Sincronicità, Op. cit, 33.

13 - Carl G. Jung, La Sincronicità, Op. cit, 35.

14 - Prima del principio di Borh la fisica classica e la fisica quantistica erano considerate due cose differenti, soggiacere a due diversi tipi di leggi. Per maggiori informazioni vedi: D. Murdoch, Niels Bohr's Philosophy of Physics. New York: Cambridge University Press, 1987; A.Pais, Niels Bohr's Times: In Physics, Philosophy, and Polity. Oxford, England: Oxford University Press, 1991; Petruccioli, S. Atoms, Metaphors, and Paradoxes: Niels Bohr and the Construction of a New Physics. Cambridge, England: Cambridge University Press, 1994.

15 - Carl G. Jung, La Sincronicità, Op. cit, 85.

16 -  W. Pauli, Fisica e coscienza, saggio tratto dal libro Fisica e conoscenza, Bollati Boringhieri, 1964, 29.

17 - In fisica, il principio di complementarità descrive quella particolare caratteristica per cui i fenomeni che avvengono a livello atomico e subatomico hanno un duplice aspetto: corpuscolare e ondulatorio, i quali non possono però mai essere osservati contemporaneamente durante lo stesso esperimento.

18 - W. Pauli, Fisica e coscienza, op. cit.,  46-48.

19 -  Il paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen (paradosso EPR) è un esperimento mentale che dimostra come una misura eseguita su una parte di un sistema quantistico possa propagare istantaneamente (interpretazione di Copenhagen) un effetto sul risultato di un'altra misura, eseguita successivamente su un’altra parte dello stesso sistema quantistico, indipendentemente dalla distanza che separa le due parti. Questo effetto è noto come "azione istantanea a distanza" ed è incompatibile con il postulato alla base della relatività ristretta, che considera la velocità della luce la velocità limite alla quale può viaggiare un qualunque tipo d'informazione.

20 - Robert Fludd (o Flud, detto anche Robertus de Fluctibus; Milgate House, 1574 – Londra, 8 settembre 1637) è stato un medico e alchimista inglese, esperto di teosofia. L'inglese Robert Fludd fu un filosofo ermetico del XVII secolo che apparteneva in pieno alla tradizione ermetico-cabalistica del Rinascimento sviluppatasi da Marsilio Ficino e da Pico della Mirandola. Scrisse agli inizi del 1600 il libro dal titolo Utriusque Cosmi, maiores scilicet et minores, metaphysica, physica atque technica Historia, dove il «mondo più grande» ed il «mondo più piccolo» che questa «storia» proclama di trattare sono il grande mondo dell'universo (macrocosmo) e il piccolo mondo dell'uomo (microcosmo).

21 - Della natura, a cura di Ezio Cetrangolo, Tradotto da Lisa Baruffi, Ed. Sansoni, Firenze, 1969.

22 - L'atomismo è un indirizzo filosofico naturale di carattere ontologico basato sulla pluralità dei costituenti fondamentali della realtà fisica. Gli atomisti hanno teorizzato che il mondo naturale consista in due parti: gli atomi indivisibili e il vuoto.