Saggi Storici sui Tarocchi di Andrea Vitali

Saggi dei Soci e Saggi Ospiti

Giocatori di carte contro immagini della Vergine

Nella Bologna del Cinquecento

 

Andrea Vitali, ottobre 2018

 

 

Pena la scomunica per i laici e la destituzione per gli ecclesiastici, i giochi di fortuna rappresentavano per tutti un problema non indifferente, compresi gli usurai la cui lucrosa attività del prestare denaro per il gioco era oltremodo condannata dalla Chiesa 1. San Francesco di Sales così scrive nel suo De Devota Vita: "I giochi di dadi, di carte, e simili, ne’ quali il guadagno dipende principalmente dalla fortuna, non sono solamente ricreazioni pericolose, come i balli, ma sono naturalmente malvagie e biasimevoli. Che perciò essi sono proibiti dalle leggi Civili ed Ecclesiastiche. Ma che gran male è, mi direte voi? Grande certamente, perché il guadagno non si fa secondo la ragione, ma secondo la sorte, la quale spesso cade sopra di quello, che per abilità, e l’industria non meriterebbe nulla. La ragione dunque in questo è offesa... Di più quei giochi portano il nome di ricreazione, e sono fatti per questo, e pure non lo sono in nessuna maniera, ma sono violente occupazioni. Non sarebbe egli una noiosa occupazione il tenere l’animo intento, e agitato da perpetue inquietudini, timori, ed ansietà? E qual attenzione si trova più malinconica, più turbata, e più mesta di quella de’ giocatori. Quindi è che non bisogna parlare nel gioco, non bisogna ridere, non bisogna tossire, altrimenti eccoli in collera. Insomma non è allegrezza nel gioco se non guadagnando" 2.

 

Thomaso Garzoni di Bagnacavallo nella sua opera Il Theatro de’ Vari, e Diversi Cervelli Mondani al Discorso LXI del capitolo De’ Cervellazzi dissoluti in giochi, crapula, e dishonestà del mondo scrive: "Non parliamo hora de’ giochi piacevoli, & civili: perche questi sono un’ honesto trattenimento, & solazzo à gli animi nostri... Ma parliamo de’ giochi prohibiti, de’ dadi, de’ carte, e di tutte le sorti, & similmente di tutti i tripudii pieni di mollitie, & di lascivia, ne’ quali intervengono mille peccati il giorno, e l’hora. Ivi interviene la cupidità, radice di tutti i mali, anzi la rapina che vuol spogliare il prossimo; la immisericordia verso quello, che li cava fino la camicia, se può; l’inganno, che spesse fiate occorre meschiato con furto; la bestemmia contra Dio, il disprezzo della Chiesa, la corruttela del prossimo, il peccato dell’ira, l’ingiuria contra il fratello, & la villania; l’inosservanza della festa, & l’homicidio alcune volte. Ivi accadono i giuramenti, gli spergiuri, il testimonio iniquo spesse fiate, il desiderio ingiusto della robba d’altrui" 3

 

Oltre a bestemmiare, i giocatori si scagliavano contro l’immagine della Beata Vergine sfregiandola con sassi o coltelli. Un’ampia descrizione di queste azioni nefande è riportata dal religioso Angelo Roccha nel Trattato contra i Giuochi delle Carte, e Dadi 4Uno dei tanti "Essempi de’ Casi horrendissimi occorsi ne’ Giuochi delle Carte, e Dadi" descritti nell’opera, riguardò la "Chiesa di Santa Maria della Pace in Roma, dove è l’Imagine Sacra della Beata Vergine percossa con un sasso da un Giuocatore di Carte" 5.

 

A Bologna i giocatori non furono da meno. Di seguito riportiamo tre eventi accaduti nella città, dove a tali abominevoli azioni la Vergine rispose con fuoruscite di sangue o di latte dalle parti ferite della propria immagine.

 

A s. Sebastiano in s. Stefano... in questa Chiesa a sinistra è l'Altare de' Masini, con un' Imagine della B. V. la quale da uno scelerato, per la perdita fatta nel giuoco, fu percossa con più colpi di coltello, dalle quali percosse uscì quantità di sangue, che ancor si vedono le vestigie; e nelli 4. principali pilastri di essa, in cassette di piombo vi sono molte Reliquie” 6.

 

Alla Madonna del Monte fuori di porta S. Mamolo... Chiesa miracolosamente fabricata del 1116. poiché fu una Nobile, e molto divota, Donna, per nome Picciola d'Alberto Gallucci, già moglie del Nobil’ Ottaviano Piatesi, la quale desiderosa d'erigere un' Oratorio, ò Chiesa, in questi Colli vicino la Città, e mentre da gli Artefici, la materia preparar faceva, fu notato, che una candida Colomba raccogliendo col becco i piccoli avanzi de i lavorati legni, componeva (sopra un’erta 500 passi lontana) il disegno d' un’Edificio rotondo. Di ciò n’ hebbe aviso Vittore Vescovo della Città, il quale interpretò la misteriosa attione di quella Colomba, per un significato celeste; e fù ancora certificato, per una visione, da un’Eremita raccontatagli, ch'era voler di Dio, che nel medesimo luogo si fabricasse, in rotondo giro, la Chiesa destinata alla Madre di Dio, dentro alla cui rotondità, ne' suoi nicchi furono dipinti il Salvatore, la Beata Vergine, e li dodeci Apostoli, che poi da’ Monaci di quel luogo, detti nicchi, con stabilitura, furono coperti, restandovi sol quello, che di presente si vede, con l'antica Imagine della Beata Vergine; della quale raccontasi, che un Soldato di quelli, che quivi stavano di guardia ne' tempi sospetti di guerra, havendo perduto al giuoco di carte li denari, e disperatosi, con diabolica mano, armata di pugnale, diede due ferite nel collo alla sudetta Imagine, da cui n'uscì sangue, e latte, & oggidì si vedono ancora le vestigia, onde in un'istante lo scelerato restò assiderato, e come morto, dopoi con abondanti lagrime ravvedutosi risanò 7.

 

A s. Maria delle Vergini, alle mura delle Lame. Del 1574. adì 3. Maggio, cominciarono in questo Cancello a radunarsi alcuni fanciulli, adorando un’Imagine di carta, casualmente trovata in alcune immonditie di Case, che sopra l’acqua della vicina Chiavica scorrevano. Del 1577. vi fu dipinta quella, che vi si vede, e volendovi erigere una Compagnia, col nome della Croce, da’ frati di s. Domenico vi fu impedito, per essere, molto prima nella lor Chiesa, una simile Compagnia stata instituita, e per ciò cessando la divotione fù abbandonato quel luogo, e riempito di terra, et altra materia da alcuni Asinari, quasi in dispregio, e senza verun riguardo alla suddetta figura, ancorche, da persone pie, fossero stati più volte ripresi; ma non troppo longo tempo andando li medesimi Asinari a Savena, per condurre Sabbia, furono sopragiunti da un temporale, e furia d’acque, che eglino, e gli Asini restarono annegati. Del 1584. uno per nome Pietro, e l’altro Gio. questo havendo perduto col Compagno nel giuoco tutti li danari, andavasi rammaricando; e cominciò a bestemmiare, e così passeggiando insieme dietro le mura, e gionti avanti il luogo dove stava coperta la sudetta Imagine, costui, come morto in terra cadè, per spatio d’un’hora, onde Pietro suo Compagno, chinandosi per aiutarlo, vide, non so come, la faccia della sudetta Imagine, e vi accese una Lampada, a cui cominciò gran concorso di popolo; e perciò li Superiori ordinarono, fosse portata nella Chiesa Parochiale; e mentre gli Scalpellini tagliavano il muro per poterla trasportare, molta turba si sollevò contra quelli, trattandoli malamente, e perciò improvisamente una notte, con stabilitura di Calcina, fu coperta, la quale da se stessa, pochi giorni dopo, si levò, e continuò poi sempre la divotione; e dell’anno seguente, che fu del 1585. fu fatto la Chiesa 8.

 

Le miracolose manifestazioni della Vergine contribuirono ad accrescere ancor più nel popolo il suo culto. Almeno in questo, i giocatori servirono.

 

Note

 

1. Sant’Ambrogio, De Tobia, cap. II.

2. San Francesco di Sales, Devota Vita, Part. 3, Cap. 32.

3. In Ferrara, Appresso Giulio Cesare Cagnacini, & Fratelli, 1586, pp. 94-95. Sulla vita e sui caratteri dei giocatori d'azzardo si vedano i versi dell'Alfabeto de Giuocatori in Ottava Rima in Giulio Cesare Croce e i Tarocchi.

4. In Roma, Appresso Guglielmo Facciotto, 1617.

5. L’intera vicenda viene descritta a pp. 30-31 dell’opera del Roccha, cit. nel testo.

6. Bologna Perlustrata. In cui si fà mentione ogni giorno in perpetuo delle Fontioni Sacre, e Profane di tutto l’Anno..., D’Antonio di Paolo Masini, In Bologna, Per Carlo Zenero, MDCL. [1650], p. 211.

7. Ibidem, pp. 460-461. 

8. Ibidem, pp. 574-576.

 

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