Pietro Aretino: Operette Politiche e Satiriche

Il' Ragionamento de le Corti' e il 'Dialogo del giuoco'

 

 

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Giuseppe Crimi (a cura)

PIETRO ARETINO: OPERETTE POLITICHE E SATIRICHE (TOMO I)

 

Soggetto:  Letteratura italiana I. Dalle origini al Settecento. Testi

Collana: Edizione Nazionale delle Opere di Pietro Aretino

 VI, pp. 496, con 1 tav. f.t.

 Gennaio 2014

 Edizioni: Salerno Editrice

 ISBN  978-88-8402-883-9

 

Il curatore

 

Giuseppe Crimi insegna Letteratura italiana all’Università Roma Tre. Si occupa di letteratura in volgare dal Tre al Cinquecento, e di recente, sul versante della produzione ludica, ha procurato l’edizione de El menzoniero overamente Bosadrello di Baldassarre da Fossombrone (2010) e di opuscoli di magia di età moderna nel volume Illusionismo e magia naturale nel Cinquecento (2011).

 

L'opera

 

Opere ideate e pubblicate nella libera Venezia, il Ragionamento de le Corti (1538) e il Dialogo del giuoco (1543) costituiscono esperienze cruciali della complessa carriera letteraria del “divino” Pietro Aretino. Nel Ragionamento, con l’arma ben acuminata della satira, il Flagello dei prìncipi porta a conclusione la critica feroce e sottile nei confronti dell’istituzione allora dominante della corte, in un momento politico particolarmente delicato per le sorti dell’Europa, in cui si fronteggiano Carlo V e Francesco I.


Nel Dialogo, invece, attraverso il ricorso a una lingua “capricciosa” e pirotecnica, Aretino mette in scena una sorta di “elogio delle carte”, nel tentativo di sfatare la presunta origine demoniaca del gioco, dipingendo allo stesso tempo un affresco caricaturale della società coeva, travolta dalla passione per gli intrattenimenti ludici.

 

Dopo aver conosciuto un destino filologico infausto, i due testi, grazie a questa nuova edizione, possono essere letti in modo affidabile e certamente più vicino alla volontà dell’autore.

 

Il Dialogo del giuoco, conosciuto anche come Le Carte Parlanti, è un testo fondamentale per lo studio sui Tarocchi in ambito cinquecentesco. Al di là dei significati attribuiti alle singole carte e al loro insieme che rispecchiano in parte una visione personale dell’autore tesa a smascherare ovvero a satireggiare la società del tempo, il Dialogo si presenta come una miniera inesauribile di informazioni per conoscere diversi giochi di carte di quel periodo. Questa edizione critica del  prof. Crimi colma pertanto una lacuna sentita da tempo sia dagli storici che dai cultori dei tarocchi. Crimi possiede la straordinaria capacità di leggere nelle pieghe del tempo e se gli è famigliare l’immaginario collettivo messo in personale prosa dall’Aretino, ancor più è stato in grado di interpretare, grazie ad una profonda cultura e conoscenza, il ‘raccontarsi’ delle carte.