Saggi Storici sui Tarocchi di Andrea Vitali

Saggi dei Soci e Saggi Ospiti

La rinuncia ai "Tarrocchi"

Nei Proponimenti per gli Esercizi Spirituali di B. L. Giacobini (1676)

 

Andrea Vitali, maggio 2011

 

 

Benedetto Ludovico Giacobini (Fobello in Valsesia, 1650 - Varallo 1732) dopo aver completato la sua formazione presso i Gesuiti di Novara, venne ordinato sacerdote nel 1676. L’anno successivo divenne parroco a Cressa (presso Borgomanero, nel Novarese), missione che espletò fino al 1704. In quel paese ricevette l’attributo di “padre dei poveri” per l’umiltà e la pazienza dimostrata e per la povertà di vita e la grande carità.


Nel 1704, poiché aveva rifiutato di concorrere alla prepositura di Varallo Sesia, fu indotto all'ubbidienza dal vescovo di Verona e quindi scelto per quell’incarico. Il 18 gennaio 1705 abbandonò quindi Cressa per Varallo, dove rimase, a eccezione di qualche viaggio, fino alla morte.


Richiesto da più parti per incarichi di prestigio (Vittorio Amedeo II lo avrebbe voluto vescovo di un suo territorio, Clemente XI lo richiese a Roma e il conte Carlo Borromeo a Napoli), rifiutò sempre ogni nomina, spinto dal solo desiderio di prendersi cura delle anime della sua parrocchia. Improntato a una vita ascetica secondo i dettami del Loyola, la sua concezione prevedeva una marcata disciplina unita a un programma formativo basato sulla rinuncia e sulla carità. Restano di lui oltremodo famosi i suoi Esercizi Spirituali rivolti ai sacerdoti della sua diocesi che ebbero luogo dal 1676 al 1723. Ludovico Antonio Muratori pubblicò a Padova nel 1753 alcuni Proponimenti dettati dal Giacobini in latino.  


Il Muratori, che sentì costantemente grande attrazione per la condotta di vita di quel sant’uomo, ebbe la ventura di incontrarlo nel 1699 a Cressa seguendo il conte Borromeo che si era proposto di conoscerlo di persona. Un incontro che indusse il famoso erudito a voler assolutamente parlare di lui in un’opera che andava componendo sugli uomini illustri del suo tempo. A tal fine richiese pertanto a Giberto Borromeo, vescovo di Novara, a "ricercar segrete informazioni di tutte le virtù e belle azioni d'esso Giacobini, finché viveano coloro che sul principio della sua religiosa carriera l'aveano conosciuto" e che “le notizie desiderate ora serviranno a me d'istruzione e di stimolo. Se poi sopravvivessi potrebbero servire per istruzione d'altri e gloria di lui" 1. Il Borromeo, elevato alla porpora, rispose solo dopo la morte del Giacobini, inviando ai parroci una circolare in cui richiedeva di redigere le loro testimonianze. Il materiale raccolto permise al Muratori di scrivere la sua biografia che divenne, assieme a quella del padre Paolo Segneri jr, una delle letture edificanti per i seminaristi sino alla metà del Novecento. In seguito, la biografia venne tradotta in latino dal conte Pietro Strassoldo di Gorizia, per una sua diffusione nei paesi tedeschi.

 

A Benedetto Ludovico Giacobini piaceva giocare a tarocchi. Se scriviamo di lui e dei suoi esercizi spirituali, le motivazioni risiedono nei seguenti due aspetti: il primo riguarda i temi dei Proponimenti da lui presi in considerazione nei suoi esercizi, argomenti che si accordano con il profondo insegnamento cristiano dei Trionfi dei tarocchi; il secondo concerne le necessarie rinunce occorrenti per vivere con e in Dio, fra cui il fare a meno dei giochi anche se innocenti e di puro divertimento, come quelli delle carte fra cui i Tarrocchi. L’espressione “Propongo in oltre di non giocare mai più a giuochi di carte, tarrocchi, ed altri simili” riflette una passione sentita dal Giacobini, la cui rinuncia appariva necessaria in virtù di non dare ad altra cosa il proprio amore se non a Dio, come espresse nell'argomento Del Regno di Cristo.  


Proponimenti (1676) su cui meditare per otto giorni e che l’anno successivo il Giacobini prese in esame con maggiore profondità (Sopra la prima Meditazione intorno la Preparazione, ecc.), sono i seguenti:

 

Sopra la Preparazione:


Dell’ultimo fine dell'Uomo

Del peccato degli Angioli

Del male del peccato

Della Morte

Del Giudizio.

Dell'Inferno

De peccati leggieri

Del Regno di Cristo

 

In sintesi, si tratta di temi presenti nei Trionfi dei tarocchi:

 

Dell’ultimo fine dell'Uomo   =  Giungere alla unione con Dio (dal Folle al Mondo)

Del peccato degli Angioli     =  La Superbia punita (Il Traditore, cioè l’Appeso)

Del male del peccato             =  La inutile ricerca della propria grandezza terrena (Il Carro)

Della Morte                             =  Memento Mori (La Morte)

Del Giudizio                            =  Il pensiero del Giudizio Finale (Il Giudizio)

Dell'Inferno                             =  La triste fine riservata ai peccatori (Il Diavolo)

De peccati leggieri                 =  La necessità di ricorrere alle Virtù   (Giustizia, Temperanza, Fortezza)

Del Regno di Cristo               =  L’affidarsi alle autorità religiose (Il Papa)

 
Le Meditazioni (per l’Anno 1677) = Meditare sulla propria natura umana mortale, per sfuggire agli orrori dell'Inferno e procurarsi le gioie del Paradiso (L’Eremita)


Di seguito si riportano nella loro interezza i sopracitati Proponimenti per gli Esercizi Spirituali (anno 1676) così come descritti dal Muratori nella Biografia sul Giacobini.


                                                                                                 AL LETTORE

 


In iscrivendo la Vita, del buon Servo di Dio Giacobini, feci menzione de’ Suoi Proponimenti. Ho poi pensato, che a far meglio conoscere il bell'interno di quest’ Uomo del Signore, sempre tendente alla perfezione, sommamente gioverebbe il leggere tutti i passi del suo Spirito. E perciò ho risoluto di aggiugnerli alla sua Vita. Furono questi fatti da lui, massimamente nel tempo degli Esercizj Spirituali, o del Ritiramento d’un giorno del mese, cominciando dall’anno 1676 fino al 1723 e poi dopo la sua morte dal Canonico Pietro Obizzini. Gli originali di mano di esso Proposto si conservano nel Collegio degli Oblati di San Giacomo di Novara. Ma perciocché egli li stese in Latino, ho giudicato meglio di tradurgli in Volgare, affinchè possàno servire anche a molte Anime pie, che non intendono se non la lingua Italiana. Vi si troveranno molte cose replicate; e non una, ma più volte ancora. Contuttocciò nulla ho voluto cancellare o mutare. V’ha delle Virtù ardue nell’ esecuzione, Delle Inclinazioni e Passioni, che gran fatica richieggono da chi brama di schiantarle. Però più colpi, più assàlti occorrono per ben riuscire nel combattiménto. Non nocerà a i Lettori, se sempre più s’ imprimerà in loro ciò, che maggiomente sospirano di fare l’Ànime buone.

 

                                                                                     
                                                                                                 PROPONIMENTI

 

 

Fatti dal Giacobini Proposto dì Varallo, in occasione degli Esercizj Spirituali dall'Anno 1676 fino all' Anno 1723.

 

Nell' Anno 1676.


Sopra la Preparazione
:

 

Propongo in questi otto giorni dì parlar pochissimo, affinchè intelletto sia più atto a ricevere ed eseguire le sante Ispirazioni; e di tollerar tutto per amor di Dio, acciocché voglia ammollire la durezza di questo mio cuore, per non offenderlo mai più.

 

Dell’ ultimo fine dell'Uomo.

 

     Ho proposto e propongo di non abbracciar’ altro fine, che l’Amor di Dio, e di non operare, se non per questo. Al conseguimento di ciò, voglio, che mi servano di stimolo le spine e ì crepacuori, che sempre mi accompagnarono, quando vissi trasandato.

 

Del peccato degli Angioli.

 

     Stabilisco di voler' essere cauto per l’avvenire in ordine alla mia salute. Perciò propongo di non curarmi di cosa alcuna di questo Mondo, e massimamente dell'amicizia delle persone, ognivoltacchè questa non sia per gloria di Dio; e di non voler fare dimostrazione alcuna d' una persona, che ho inteso avermi offeso

 

Del male del peccato.

 

     Ho proposto sodamente di non voler mai parlare in Chiesa, se non in caso di necessità, utilità, e pietà, e quando tal parlare non risulti in irriverenza di Dio. In oltre di non mormorare contra del Prossimo mio, e di non sentire altri, se non in caso di poter portarvi rimedio, e di aver sempre della mente, ch' io fono un vil verme, una carogna, che puzza, acciocché mi sia stimolo d’umiliarmi, e di riconoscere ciascuno maggiore di me, e in somma di abborrir tutto ciò, che offende un Dio tanto buono.

 

Della Morte.

 

     Propongo di voler portar grande amore e carità al mio Prossimo, e massimamente a chi mi offenderà; d’essere limosiniere; di ricordarmi in ogni occasione, ch'io debbo morire; di portare il cilicio ogni Venerdì; e dì sradicare ogni affetto disordinato.

 

Del Giudizio.

 

     Ho proposto di voler fare tutte le mie cose, come se io le facessi nanti la presenza d’ un Dio. E perciò mi risolvo di essere cauto per l’avvenire a fare, e dir cosa alcuna, che possa essere disdicevole, e ch' io fossi per pentirmene; e farne prima un'atto riflesso.

 

Dell'Inferno.

 

     Mi fon determinato di voler più tosto morire, e milioni di volte, che commettere un peccato mortale; di abborrir l'occasione e le cattive compagnie; di aver sempre in capo, che incorrendo in peccato mortale, sarò dannato per tutta l'Eternità; e che tutti gli Esercizj saranno perduti, e il tutto svanito. Di più risolvo di fare tutte le mattine una breve riflessione sopra le pene dell'Inferno, acciocché quelle mi fieno di stimolo a ben oprare; e di ricordarmi, che di momento in momento posso morire, e che debbo rendere stretto conto a Dio.

 

De peccati leggieri.

 

     Propongo di non dire mai più bugie di qualunque sorta, non più parole oziose, tanto più poco oneste; di recitare l'Ufficio con grandissima composizione esterna, acciocché poi non sopravenga distrazione alcuna volontariamente; di celebrar la Messa con umiltà grande; di attendere, quanto sarà possibile, a tanto Mistero; di non motteggiare alcuno, nè meno ridere immoderatamente; di fuggir ogni colpa veniale, per quanto la fragilità umana mi concederà; finalmente di operar sempre con riflessione, e sempre col motivo della salute mia ed altrui, di dar gusto a Dio; e di non rispondere, nè impugnare, senza prima riflettere.

 

Del Regno di Cristo.

 

     Ho proposto di voler, che Cristo preceda in ogni mia intrapresa; e di non deliberar cosa alcuna, massimamente ardua, tanto ne’ casi di Cura, quanto in altri, prima che d’aver fatta Orazione nanti il Crocifisso, il quale voglio seguitare da qui innanzi fino alla morte.

     Mi fon risoluto di volere ubbidire in tutto e per tutto senza replica alcuna al comando de’ miei Superiori, e di soggiacer volentieri ad ogni loro richiesta; come pure di non disprezzare mai il parere d’altri, benché inferiori; e di esser pronto a sopportar dì buon cuore tutte le traversie di questo Mondo, e gli affronti del Prossimo mio.

     Risolvo di non procrastinare cosa alcuna, e di accingermi subito a farla senza dilazione; nè di lasciarmi vincere dalle apparenze, che mi occorreranno, quando si tratti di servir Dio; e di posporre ogni amicizia ed affetto delle cose terrene, bramando d’essere vilipeso, e che non si riconosca in me virtù alcuna.

     Propongo di tollerar volentieri, quand'anche mi venisse impugnata qualche proposizione vera, e non alterarmi per qualunque risposta acerba, per sradicare da me inclinazione tanto in me radicata.

     Ho proposto di voler tollerare qualsivoglia malattia, che mi sarà mandata da Dio, con animo generoso, e pigliarla, come caro pegno dell’amore di Cristo in ricordarsi di un vil verme; e di goder più con faccia serena, quando mi verranno fatti affronti da' miei più cari amici. Voglio prender la correzione da chiunque mi verrà fatta -

     Propongo in oltre di non giocare mai più a giuochi di carte, tarrocchi, ed altri simili.

     Un Dio è stato posposto ad un ladro Barabba, e non sarò io posposto alle più infami creature del Mondo? Sì sì: lo voglio, stabilisco, e bramo.

     Propongo di non dare ad altra cosa il mio amore, che a Dio, il quale voglio, amare e servire in ogni luogo, in ogni tempo. E perciò mi ricorderò ogni giorno, quanto sia l’amor suo, che verso di me vil carogna ha dimostrato.

     Propongo di non guardar mai con atto rifletto sesso femminile in virtù dell’Amor di Dio.

     Oh grande Amor di Dio! a cui consacro tutto il mio cuore 2.

 

Note

 

1. Vita dell’umile Servo di Dio Benedetto Giacobini Proposto di Varallo, e Vicario Generale di Valle Sesia: Descritta da Lodovico Antonio Muratori..., Prefazione, In Padova, Nella Stamperia del Seminario Appresso Giovanni Manfrè, MDCCXLVII. [1747].

2. Vita dell’umile Servo di Dio Benedetto Giacobini Proposto di Varallo, e Vicario Generale della Diocesi di Valle di Sesia. Compilata da Ludovico Antonio Muratori, in “Vite di Alcuni Uomini Illustri Che sono fioriti nelle Lettere che in questo XVIII. Secolo. Scritte da Ludovico Antonio Muratori...”, In Napoli, Nella Stamperia, ed a Spese di Gaetano Castellano, MDCCLXXVIII [1778], pp. 72-74.


Copyright AndreaVitali Tutti i diritti riservati 2011